Antonio Machado



In ambito ottocentesco, nella Poesia Spagnola abbiamo Antonio Machado


"IL VIAGGIATORE"

Sorride al sole d'oro della terra
d'un sogno che non ha incontrato mai.
Vede la nave sul sonoro mare
la bianca vela tutto vento e luce?
Egli ha visto le foglie dell'autunno
gialle, cadere a terra, gli odorosi
rami dell'eucaliptus, e di rosai
mostrare ancora le loro rose bianche...


"RICORDO INFANTILE"

Fu una chiara sera triste e sonnolenta
sera d'estate. L'edera si stendeva
sul muro del prato, nera e polverosa...
la fonte sonava.
Cigolò la chiave nel vecchio cancello
la porta si aprì con un aspro rumore
di ferro ossidato e, al chiudersi, grave
scolpì quel silenzio della sera morta.
.....fu questa stessa sera, e il mio cristallo
versava come oggi, la monotonia
sul marmo.


"CANTE HONDO"

Io meditavo assorto, dipanando
i fili della noia e la tristezza,
e mi giunse all'orecchio
dalla finestra della stanza, aperta
sotto una calda notte dell'estate,
il lamento di un verso sonnolento
infranto dagli oscuri tremolii
di magiche musiche del mio paese.

....ed era l'Amore, come una rossa fiamma

...ed era la Morte, la falce in spalla
il passo lungo, scheletrica e torva
...era un lamento solitario il soffio
che spazza la polvere e la cenere.


"LA STRADA"

Sopra l'amata terra
fa la sua strada il sogno
tra labirinti, sentieri tortuosi,
parchi in fiore, ed in ombra ed in silenzio.
profonde cripte, scale per le stelle,
teatri di speranze e di ricordi.

Lungo la terra nuda della strada
nasce l'ora fiorita, un pruno solitario
dell'umile valle all'ombrosa svolta.


"ORIZZONTE"

...Riflettevan lo spettro di un mio grave sogno
mille ombre in fila, dritte sulla pianura.
La gloria del tramonto era un purpureo specchio
era un cristallo in fiamma.
....E sentii il sonoro sprone del mio passo
echeggiare lontano nel tramonto sanguigno
e più in là, la canzone già di un'alba pura.



"FANTASIA DI UNA NOTTE D'APRILE"

Silenzio... è il muschio che spunto, e l'edera
che lenta invade la muraglia di pietra....
il pianto che versa la luna d'aprile.


"GALERIAS"

Sulla pallida scena della sera
la chiesa con le sue affilate torri
e l'ampio campanile nei cui vuoti
volteggian dolcemente le campane,
alta e scura, si staglia.
è lacrima la stella
nel cielo tutto azzurro.


E l'altra notte
sentì la cupa tristezza
che intorbida la fiamma
pura, e il cuore in sbadigli,
e l'istrione che declama.
E disse: "Le gallerie
dell'anima che spera son
deserte, mute, squallide:
le bianche ombre se ne vanno.
E il Demonio dei sogni aprì il giardino incantato
di ieri."

Sopra l'amara terra,
fa la sua strada il sogno
tra labirinti, sentieri tortuosi,
parchi in fiore, ed in ombra ed in silenzio;
profonde cripte, scale per le stelle,
teatri di speranze e di ricordi.


Nei tuoi occhi arde un mistero, vergine
altera, mia compagna.
Non so se è odio o amore la luce
continua della tua nera feretra.
Tu verrai con me finchè proietti ombra
il corpo e ci sia rena sui sandali.
La sete o l'acqua sei sulla mia strada?
Dimmi, vergine altera, mia compagna.

Hanno solo cristallo i sogni miei.
Ignoro la fata dei miei sogni;
né so se è in fiore questo cuore mio.


Oh! Io non so, disse la Notte, amato,
io non so il tuo segreto,
pur se ho visto vagare ciò che chiami
desolato fantasma, nel tuo sogno.
Io mi affaccio sulle anime in lacrime
e ascolto la preghiera
intensa, umile e sola,
quella che tu chiami sincero salmo;
ma tra profonde volte dell'anima
non so se il pianto è voce o eco.
Per sentire gemere le tue labbra
nel tuo sogno ti cercai
e vagare ti vidi in un confuso
labirinto di specchi.

Ama la tua gioia
e la tua tristezza,
se cerchi le strade
in fiore in terra.
Risposi alla sera
della primavera.
è questo il segreto
dell'anima mia:
odiare la gioia
per odio di pena.
Prima da calcare
il sentiero in fiore,
vorrei darti morta
l'anima antica.


 "FANTASIA DI UNA NOTTE D'APRILE"


Siviglia?... Granada?...La notte di luna.
Stretta la strada, tortuosa e moresca,
di bianchi muri e finestre oscure,
imposte serrate, persiane calate...
Il cielo vestiva il suo velo d'aprile.


"IL PATIBOLO"

Spuntava l'aurora,
lontana e sinistra.
La tela d'Oriente
sprizzava tragedie
di sangue, imbrattate
di nubi grottesche.
Nella vecchia piazza
di un vecchio borgo,
ergeva l'orribile
paura scheletrica
grezzo il patibolo
di fresco legame...
Spuntava l'aurora
lontana e sinistra.


"INVENTARIO GALANTE"

XLIII

Era una mattina e rideva aprile.
Contro l'orizzonte dorato moriva
la luna, opaca e bianchiccia; dietro lei,
come tenue chimera leggera, correva
la nube che appena appanna una stella.
...
Fu una chiara sera di malinconia.
Rideva aprile.
Aprii le finestre
della casa al vento...
Portava il vento
profumo di rose...suono di campane...
Suono di campane lontane, piangenti,
soave profumo alito di rose...
...Gli orti delle rose in fiore ove sono?
Che dicono dolci le campane al vento?


"LA STRADA"

XXXII

Le braci di un crepuscolo morato
dietro il nero cipresseto fumano...
Nella piazzetta in ombra è la fontana
col suo alato e nudo Amore in pietra.
che sogna muto. Nella vasca in marmo
riposa l'acqua morta.